Questo è il Manifesto di quello che Fumble vuole essere in quanto realtà editoriale (aggiornato al 29/08/2023).
Lo mettiamo qui a perenne monito, sia per noi che per voi, perché a volte è facile dimenticarsi da dove si parte.

  1. Non esistono giochi perfetti
    Se state cercando quel gioco che coprirà tutte le possibili ambientazioni e stili di giochi di tutti i vostri amici… Fatevene una ragione, non c’è un gioco del genere. Qualsiasi gioco, anche quelli più famosi e diffusi, non è in grado di fare tutto. Quelli che cercano di fare tutto finiscono in genere per essere o troppo complicati o troppo generici. I giochi che troverete cercano di raccontare qualcosa di specifico
  2. Non vogliamo fare giochi monolitici
    Esattamente come non esistono giochi perfetti, cercare di realizzare un unico mega gioco che cerca di adattarsi a tutto è un compito estremamente arduo. I nostri giochi preferiscono essere piccoli, veloci e modulari: meglio cercare di inventare qualcosa di nuovo che cercare di forzare qualcosa che già esiste
  3. Vogliamo pubblicare sistemi originali
    L’idea di prendere un gioco con una licenza che permetta di modificarlo, cambiarne alcune regole e distribuirlo è spesso la strada più facile, ma non è la nostra strada. Non è nemmeno una strada sbagliata, e anche se è vero che spesso ci ispireremo a meccaniche che abbiamo visto in altri giochi, vogliamo comunque essere il più originali e creativi possibile, provando a scrivere dei giochi che possano vivere in maniera autonoma
  4. Vogliamo inventare nuovi mondi, ma non vogliamo dirvi come usarli
    Da bravi giocatori di ruolo ci piacerebbe anche scrivere delle ambientazioni. Ne abbiamo decine in testa, alcune le abbiamo usate nei nostri podcast, altre sono solo appunti in quaderni abbandonati negli armadi: ma la cosa importante è che non vogliamo scrivere delle ambientazioni che dipendano da un sistema piuttosto che un altro. Vogliamo raccontare dei mondi e darvi gli strumenti per giocarci con il sistema che ritenete migliore, che sia nostro o meno non ha importanza
  5. Vogliamo esplorare quello che gira intorno al mondo dei giochi di ruolo e da tavolo
    Ci sono un sacco di prodotti interessanti che parlano di giochi senza essere essi stessi dei giochi, e vogliamo cercare di farli conoscere anche a chi magari fa fatica a trovarli: libri di filosofia dei giochi di ruolo, teoria di game design… Tutte cose che arricchiscono la vita di un giocatore, insomma
  6. Continueremo a produrre contenuti multimediali gratuiti
    Fumble è nato come podcast, ed iniziare a scrivere e vendere giochi di ruolo e da tavolo non vuol dire che quella parte fondamentale della sua natura verrà dimenticata messa da parte, anzi, sarà sempre una colonna portante di ciò che è Fumble per noi
  7. Vogliamo cercare un nuovo modello per la distribuzione e il consumo dei giochi
    Non abbiamo paura del digitale, siamo tutti professionisti che col digitale ci campano, e sappiamo che chi cerca di scaricare i PDF di un manuale è perchè tanto non l’avrebbe comprato lo stesso fisico. Preferiamo a questo punto cercare un nuovo modo di farvi fruire i nostri giochi in maniera comoda per voi e remunerativa per noi
  8. Vogliamo dare ciò che è giusto ai nostri collaboratori
    “Ti pagheremo in visibilità” è qualcosa che non vogliamo dire, a nessuno. Un lavoro è un lavoro ed è giusto che come tale venga pagato: se volete collaborare con noi e vi rispondiamo che pagheremo in visibilità, sappiate che ci hanno sostituito con dei Doppelgänger ed è meglio chiamare un avventuriero che ritrovi i nostri veri corpi
  9. Per noi è necessario usare il linguaggio giusto
    Lo sappiamo che usare termini come “giocatore” o “personaggio giocante” è facile, immediato e probabilmente chiunque capirà subito a cosa vi state riferendo, ma per noi non è sufficiente, perché sappiamo che ci sono infinite sfumature che questi termini non potranno mai coprire. Ecco perché ci sforziamo di usare termini come “chi gioca”, o il femminile sovraesteso e la schwa, nei nostri testi. Linguaggio e mondo si plasmano continuamente a vicenda, e noi vogliamo fare la nostra parte e cercare di plasmare almeno quella piccola fetta di cui scriviamo, sperando che il nostro sforzo si sparga a macchia d’olio anche fuori da qui